SPECULAZIONE ANCHE SUL CAFFE’
Le famiglie italiane, come si è più volte denunciato, sono abituate a soffrire aumenti di prezzo, a volte totalmente ingiustificati, che hanno riguardato tutti i campi della nostra economia, soprattutto sui prodotti di prima necessità come gli Agro-alimentari. Naturalmente ciò si è riverberato nella domanda di mercato contraendola e facendo ridurre sia la produzione industriale italiana che la domanda stessa dei consumi turistici, come purtroppo registriamo. Oggi siamo di fronte, all’aumento del prezzo del caffè e a grida di allarme di un suo costo che potrebbe arrivare a 2 euro a tazzina. Niente di più speculativo.
Adoperiamo, per i nostri calcoli, esagerando qualità e costi superiori alla media. Quindi: con l’attuale prezzo del caffè a 25,00 euro al kg si possono effettuare per la vendita al Bar, con l’utilizzo di 8 grammi a dose, circa 130 tazzine. Chiaramente al netto di tutti gli altri costi (energia, personale, gestione ecc.) una singola tazzina che utilizza quegli 8 grammi ha un costo per la materia prima di circa 19 centesimi cadauna. Con l’ipotesi di un aumento del 100% della materia prima ( impensabile ), un raddoppio quindi, lo stesso aumento in questo caso dovrebbe attestarsi a non oltre 19 centesimi in più e non di 60- 75 centesimi come viene sbandierato, sull’ attuale costo medio di 120 centesimi a caffè addirittura ipotizzando i 2 Euro a tazzina! Su questo esempio, se ne potrebbero fare tanti altri, si vuole descrivere un sistema speculativo che sta taglieggiando le famiglie italiane. Si intervenga al più presto da parte delle istituzioni preposte per porre fine a questo andamento che non fa solo male ai cittadini ma all’economia del Paese nell’intero suo complesso – dichiara Rosario Trefiletti Presidente Centro Consumatori Italia.

