RICADUTE SUL REDDITO CON FLAT TAX. NIENTE AI VERI POVERI. MOLTO A ALTI REDDITI. FORTE AUMENTO DISEGUAGLIANZE

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Di nuovo vediamo in ballo la indecente proposta della Flat-Tax al 15%.

In una situazione come quella che stiamo affrontando, gravissima sotto il profilo socio economico, ogni intervento dovrebbe essere inteso ad aiutare il reddito delle fasce di popolazione che maggiormente soffrono. Con la Flat -Tax si fa invece l’opposto.                                                                                                  Da una semplice elaborazione qui di seguito esplicitata, vediamo le ricadute che questa operazione comporta sui redditi dei cittadini.

Innanzitutto tale operazione esclude benefici a: incapienti, casalinghe, disoccupati, lavoratori precari ecc. ma soprattutto tocca uno dei temi più scottanti che attraversa il nostro contesto sociale: aumenta di molto la “diseguaglianza”.

Dai calcoli, applicando la Flat-Tax al 15% si evince che rispetto le attuali fasce di tassazione IRPEF: 

  • per chi ha redditi bassi sino a 15.000 Euro aumenti di circa 100 Euro al mese per 12 mensilità;
  • per quelli da 15.000-28.000 aumenti sino a 208 Euro al mese per 12 mensilità;
  • per quelli da 28.000-50.000 aumenti sino a 575 Euro al mese per 12 mensilità;
  • per quelli da 50.000-75.000 aumenti sino a 1.158 Euro al mese per 12 mensilità;
  • per quelli da 75.000-100.000 aumenti sino a 1.742 Euro al mese per 12 mensilità.

Le pensioni d’oro o gli stipendi manageriali e vitalizi vari, per esemplificare ancora meglio, arriverebbero a guadagnare anche 4.000 Euro mensili in più. Si passa quindi da una progressività fiscale come vuole la Costituzione ad una detassazione fortemente progressiva in aiuto ai benestanti e ricchi che oltretutto costa ben più di 50 miliardi annui. Insomma una vera e propria proposta indecente – dichiara Rosario Trefiletti Presidente Centro Consumatori Italia.