“Reinventiamo il Servizio Sanitario – 21° Rapporto sull’attività ospedaliera in Italia” alcune considerazioni

Sanità

di Lucio Mango

Docente di Management Sanitario (UNINT) e Responsabile Salute e Sanità Centroconsumatoriitalia.it

Alla presentazione oggi del 21° Rapporto sull’attività ospedaliera in Italia presso il Censis era presente il Ministro della Salute Orazio Schillaci, insieme alla Presidente AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata). La presenza del Ministro, comprensibile per la sua veste istituzionale, è stata però segnata dalle sue parole. Ha detto il Ministro che il Sistema Sanitario (SSN) è essenziale, bene! Ha detto il Ministro che il 60% delle prestazioni sanitarie ricadono nel SSN, ma ha anche aggiunto “sia pubblico che privato convenzionato”, male. Intanto “convenzionato” non esiste più dal ’92, ma esiste “accreditato” e la differenza è sostanziale. Si ricorda che l’accreditamento prevede che le strutture private che hanno facoltà di fornire prestazioni pagate dal pubblico, rappresentato dalla ASL, quindi dalle Regioni, quindi dalla popolazione attraverso la fiscalità generale, quindi soldi nostri, ottengano questa possibilità attraverso procedure di verifica dei requisiti previsti dalle normative. Una volta accreditato si prevede che il soggetto, si ripete, privato, contratti con il pubblico che paga, la tipologia e la quantità di prestazioni richieste dal pubblico stesso. Invece, dice il Ministro che il privato “convenzionato” sono un tutt’uno integrato col pubblico. Ma non è assolutamente la stessa cosa, il privato per effettuare le sue prestazioni ha necessità che ci sia il malato, senza la malattia non esiste possibilità di fornire prestazioni, pagate dal pubblico. Il SSN pubblico al contrario richiede che la popolazione sia più sana possibile, perché le prestazioni costano ed è bene non doverle produrre se non assolutamente necessario. Questa differenza di impostazione mostra in maniera lampante che “integrati”, come dice il Ministro, non è assolutamente! L’uno, il privato, cerca che il massimo delle prestazioni derivino dallo stato di malattia della gente, l’altro, il pubblico, prevede di spendere il meno possibili in prestazioni, ma si impegna alla prevenzione e alla ricerca di mezzi utili al generare salute.

Per questo la partecipazione del Ministro, ad un evento organizzato da erogatori privati, si ripete al di là di una cortesia istituzionale, ha invece manifestato la volontà di questo governo di favorire, anzi incentivare, l’apporto degli erogatori privati a un SSN, con lo svilimento dei suoi fini istituzionali, in particolare quando ha detto che andava incentivato l’acquisto di prestazioni da parte dei privati. Si ricorda soltanto brevemente che gli erogatori privati, in quanto tali, hanno come fine lo “scopo di lucro”, cioè di guadagnare da una attività che, invece, per il SSN ha come fine il benessere e la salute della popolazione. Sarà forse per questo che gli erogatori privati, al di là dell’obbligo normativo di stipulare contratti con il pubblico, eseguono solo quelle prestazioni a più alta tariffa e a minor costo, sarà forse per questo che solo una minima parte di strutture ospedaliere private forniscono servizi di Pronto Soccorso e di Terapia Intensiva.

Ancora di più è apparsa inadeguata la presenza del Ministro quando la Presidente AIOP, ovviamente portando acqua al suo mulino, ha affermato che la sanità privata è oggetto di pregiudizi e che è attenta alla salute pubblica, sì, ma solo per fornire prestazioni pagate con denaro pubblico per un fine di lucro privato, tanto che alla fine ha chiesto l’abolizione dei tetti di rimborso per aumentare ancora tale lucro. E ancora incredibile quando ha paragonato le prestazioni del privato puro all’intramoenia nelle strutture pubbliche, dimenticando che una sostanziosa percentuale di questi ultimi rimane proprio nella struttura pubblica!

Che dire poi delle conclusioni del vicepresidente AIOP Pelisser, che ha perorato in tutti i sensi gli interessi dei privati quando ha ribadito sia la richiesta di abbattimento sacrosanto dei tetti al rimborso, ringraziando il governo di aver iniziato, finalmente, a mettervi mano, sia l’essere il contributo del privato accreditato parte integrante del SSN, dimenticando appunto che viene fatto per guadagno e non per “trasporto” verso la salute dei cittadini.

Per questo mi piace parafrasare le sue conclusioni con: “Se vogliamo dare un buon Servizio Sanitario Nazionale dobbiamo esigere che sia PUBBLICO”