L’inflazione, il caro energia e le misure necessarie che non vengono prese.
Oltre al Covid, un altro argomento, quasi altrettanto drammatico sta prendendo le prime pagine dei giornali la ripresa dell’inflazione, più segnatamente i forti rincari delle bollette della luce e del gas.
Tali aumenti che a gennaio febbraio saranno molto consistenti, rischiano non solo di pesare sulle tasche dei consumatori italiani, ma anche di incidere sulle possibilità di ripresa economica.
In effetti, nei prossimi mesi un altro spettro rischia di aggirarsi nel bel paese, la stagflazione, cioè una forte inflazione accompagnata da recessione economica.
Proprio per gli effetti del combinato disposto: pandemia e caro energia. Gli aumenti del costo dell’energia, petrolio e gas erano stati determinati da alcuni fattori oggettivi, aumento della domanda, tensioni internazionali, nonché da fattori meramente speculativi.
Da quanto riportato da alcune trasmissioni televisive e un quotidiano locale sembrerebbe che “osservando i dati dei mercati dell’energia è possibile rilevare una sensibile discesa dei prezzi il 22 Dicembre e dal giorno successivo il giorno 23 i prezzi sono quasi dimezzati”.
Ciò nonostante, apprendiamo che i rincari per le bollette della luce e del gas saranno fortemente aumentati.
Come mai in una situazione di emergenza, si consentono degli arricchimenti, sostanzialmente senza causa, a danno dei consumatori italiani?
A questo punto sorgono spontanee alcune altre domande.
La prima riguarda l’informazione, perché stampa e televisioni, dovevano dare maggiore rilievo a tale notizia?
Ancora più inspiegabile appare il silenzio e la inerzia delle forze politiche e del governo, rispetto un meccanismo perverso che oltre che danneggiare, sicuramente le tasche dei cittadini italiani, rischia di interrompere la ripresa economica, gettando il paese in una spirale di ulteriore depressione dei consumi e ripresa dell’inflazione.
A poco servono i pannicelli caldi messi in atto dal governo per diminuire i costi delle bollette, riducendo di poco la incidenza fiscale delle stesse, occorre affrontare il problema: perché i prezzi per gli utenti aumentano immediatamente in materia di energia, e invece diminuiscono in maniera lenta e differita?
Questo fragoroso silenzio di partiti, governo e stampa su una questione di vitale importanza sia dal punto di sociale ed economico; può avere solo due spiegazioni: la prima una ceca ed ottusa subalternità al pensiero neoliberista, per cui ogni intervento pubblico nella formazione delle tariffe e dei prezzi vengono viste come una indebita ingerenza statalista nella economia; la seconda una abnorme subalternità e una acquiescenza e corrività , con le multinazionali dell’energia. Quanto, appaiono drammaticamente lontane, le lezioni del Prof. Caffè , maestro di Draghi , circa la necessità di un importante intervento pubblico in materia di prezzi e tariffe per combattere l’inflazione , coniugando tecnica economica ed equità sociale – dichiara Giannantonio Chiavelli Presidente Liguria di Centro Consumatori Italia.