L’EUROPA – Il Vino e le “sofisticazioni ideologiche”

Presidente Liguria Avv. Giannantonio Chiavelli

Purtroppo è accaduto, l’Unione Europea  ha deciso: si potrà chiamare vino una bevanda analcolica derivante da un processo di filtrazione che diminuisce la gradazione alcolica e /o con l’aggiunta di acqua al vino stesso.

La decisione presa dalla Presidenza del Consiglio dei ministri Europea, crea gravi danni non solo all’economia dei paesi mediterranei, ed in primo luogo all’Italia, primo produttore ed esportatore di vino e nel mondo, ricordiamo che gli antichi greci denominarono il nostro paese Enotria, terra del vino.

Ma soprattutto, è un danno ed una beffa per i consumatori europei, che saranno confusi dalla parola vino, per un prodotto che in realtà sarà succo d’uva annacquato.

Afferma, giustamente, il grande enologo Cotarella “aggiungere l’acqua al vino è pura follia”.

Ancora più folle e ridicolo, acconsentire la dicitura D.O.C. a tale bevanda.         

Ma, vi immaginate un Chianti un Barolo all’acqua ed analcolico.

Inoltre, creando un grave vulnus culturale ad un prodotto con oltre tremila anni di storia, proprio quando tale cultura si stava sviluppando nel mondo, anche nei paesi dove il vino non si è mai prodotto.

Non vi è dubbio che la spinta sia stato il problema dell’alcolismo nel nord e Mitteleuropa, tale problema, ovviamente, non determinato dal bere un paio di bicchieri a pasto, bensì dall’uso smodato di super alcolici da parte di tali popolazioni.

Se proprio si voleva colpire l’alcolismo, bastava tassare fortemente i super alcolici, per esempio.

Ha vinto una cupa cultura gotica e protestante, rigida e moralista sulla gioia di vivere mediterranea. Ma soprattutto, hanno  vinto le grosse multinazionali del “beverage” che potranno fregiare le loro bevande chimiche ed industriali dell’antico e nobile nome di vino. Danneggiando non solo tanti produttori di vino e sostanzialmente, imbrogliando i consumatori.

Insomma, dietro il rigido moralismo calvinista, utilizzato come mera lustra, si nascondono inconfessabili interessi economici.

Infatti, se proprio si voleva fare una bevanda analcolica, si poteva denominare in tutta trasparenza: succo di uva (bianca o Rossa) con aggiunta di acqua.

Sommessamente ci domandiamo, come mai il nostro governo, magari facendo blocco con quello francese, spagnolo e portoghese, non abbia saputo difendere non solo i nostri legittimi interessi economici, ma anche a quelli culturali e dei consumatori.

Già precedente, abbiamo assistito in Europa ad un assalto contro i nostri prodotti tipici alimentari del nostro paese,che come il vino ,oltre l’aspetto economico ,coinvolgevano anche quello culturale : ricorderemo le campagne contro il prosciutto  di Parma ; il Parmigiano e perfino L’Olio di oliva ,prodotto notoriamente sano .

Anche in questo caso, tali campagne venivano coperte da cortine fumogene , di carattere pseudo dietetico ed igienista.

In realtà, dietro tale pelose ideologie si celava una operazione di conquista dei mercati da parte delle multinazionali del cibo.

Questo sarebbe stato il compito del governo italiano :svelare gli interessi discutibili dietro a certe campagne e difendere i consumatori europei insieme con i nostri produttori.

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