Cari Ristoratori, non ci siamo! Alle tante attenzioni e solidarietà state rispondendo con speculazioni inaccettabili

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Ivan Perriera, Responsabile Nazionale Turismo del Centro Consumatori Italia, scrive una lettera aperta ai ristoratori di tutta Italia.

Tutti i cittadini italiani, scrive Perriera, vi sono stati vicini durante il lockdown, condividendo le vostre richieste d’aiuto e accollandosi di buon grado i costi dei contributi a voi concessi; hanno appoggiato l’utilizzo degli spazi esterni; così come hanno tollerato gli aumenti durante i mesi di caro bollette della corrente elettrica e del gas.

Ma ora che tutto questo sembra essere finito (almeno questo è ciò che tutti speriamo) e che i costi delle materie prime sono  tornate a livelli pre crisi, i consumatori che frequentano  Ristoranti e Pizzerie non possono non rilevare che nessuno di voi (o pochissimi) ha riportato i listini ai costi che dovrebbero avere.
Come segnalato da alcuni consumatori i costi delle pizze sono raddoppiati; primi piatti venduti dai 15,00 ai 24,00 €uro; per non parlare dei secondi, a partire dalla Frittura di pesce, una volta il piatto più economico, che in Versilia supera i 15,00 €uro. I prezzi degli antipasti, a volte più cari degli stessi secondi piatti; anche quelli dei dolci (che partono quasi tutti dai 5,00 €uro a salire) sono aumentati a livello delle grandi pasticcerie. Se poi, concludiamo con i vini, allora i livelli raggiunti sono veramente ingiustificabili.

Inoltre da quanto riscontrato, non sono i fornitori ad aver aumentato (almeno non in tutti i casi) ma sono i vostri listini che stanno sfruttando il momento, a nostro avviso, senza alcun rispetto dei consumatori che tanto vi sono stati vicini.

D’accordo la libera concorrenza ma, così come ci sono dei controlli contro i “cartelli” dei distributori, ci vorrebbe che le autorità competenti verificassero e controllassero.

Secondo Ivan Perriera continuare su questa strada significa aumentare le diversità fra i cittadini italiani, aumentando le differenze fra ricchi e poveri e creando la nuova categoria di quelli che non potranno più permettersi una cena al ristorante con la propria famiglia.

A rischio, quindi, oltre che le vostre attività, anche tutto il comparto turismo che bloccherà a casa l’intera fascia media della popolazione.